Anche la tachicardia è la risposta del cuore di una persona che si sente trascurata, ferita, offesa! Di una persona che si trova in un vicolo cieco: non sa cosa fare, non sa cosa è giusto fare.
Volersi bene è una prerogativa irrinunciabile altrimenti il mondo ci crolla addosso!
Per volersi bene e conseguire la consapevolezza, è bene abituarsi a vedere il bicchiere mezzo pieno.
Importantissimo: vedere il bicchiere mezzo pieno è diverso sia dal vederlo mezzo vuoto, sia dal vederlo pieno. Fuor di metafora, vedere il bicchiere mezzo pieno ci salva sia dal pessimismo, sia dall’ottimismo ingenuo o esagerato.
Troppe nuvole oscurano il cielo e troppi pensieri oscurano la mente.
I pensieri si possono paragonare alle nuvole in cielo. Infatti le nuvole oscurano il cielo, mentre i pensieri oscurano la mente, cioè causano confusione.
Per avere un cielo limpido non ci devono essere nuvole; e per avere una mente lucida occorre sgombrarla dai pensieri. E cioè occorre fare in modo che la mente smetta di produrre pensieri.
È la mente conscia o coscienza che produce i pensieri e lo fa quando stiamo senza fare niente. Ma quando siamo occupati a fare qualcosa, la mente conscia o consapevole non può produrre pensieri perché è occupata – concentrata – assieme alla mente inconscia in ciò che stiamo facendo.
La mente conscia può fare una cosa sola alla volta. Se produce i pensieri non può fare altro. Se fa qualcosa di diverso, per esempio è concentrata, non può produrre pensieri. Il multitasking non è il suo forte, anzi la manda in confusione: infatti, è una prerogativa esclusiva del subconscio. Anche la fretta la mette in tilt.
Per avere una mente conscia lucida e serena, come pure recuperare la lucidità mentale, occorre smettere di oziare, e quindi di pensare, facendo qualche attività che richieda un minimo di attenzione. Per esempio la meditazione: concentrandosi sul respiro lento e profondo si ottiene la calma che è la base della lucidità mentale e della serenità, cioè chiarezza interiore. Dunque non resta che allenarsi!
Cosa succede quando le due menti sono impegnate insieme a fare qualcosa? Succede che la mente conscia e quella inconscia sono entrambe concentrate, vale a dire che i due emisferi cerebrali sono in simbiosi e si verificano le intuizioni.
Da ciò ho dedotto che soltanto l’emisfero sinistro, cioè la coscienza, produce i pensieri, mentre l’emisfero destro, cioè l’inconscio o subconscio, non produce pensieri. Non a caso la funzione del linguaggio dei destrimani viene attribuita all’emisfero sinistro.
Il subconscio non può produrre pensieri perché non li comprende, ma attraverso il Sistema Nervoso Autonomo attiva gli ormoni specifici che arrivano al cuore tramite il circolo sanguigno e generano le emozioni.
LA TEORIA DEI TRE CERVELLI DI MAC LEAN HA FATTO IL SUO TEMPO
LA COSCIENZA È UN ACCUMULO COERENTE E SEMPRE PIÙ SOFISTICATO DI CIRCUITI NEUROLOGICI
Penso che la suggestiva teoria dei tre cervelli di Mac Lean (1984) abbia ormai fatto il suo tempo.
Fino a prova contraria nella nostra scatola cranica c’è un solo cervello diviso in due emisferi opposti e complementari. L’emisfero sinistro corrisponde alla mente conscia o Coscienza e quello destro alla mente inconscia o Inconscio (o Subconscio), in quasi perenne contrasto tra loro, pur essendo complementari.
I due emisferi sono l’espressione di istanze opposte e complementari che devono integrarsi per funzionare alla perfezione.
Gli stessi pensieri provenienti dalla mente consapevole sono spesso in contrasto fra loro e causano dubbi, incertezze ed il chiacchiericcio della nostra mente.
Tutti i problemi partono proprio dai pensieri che si trasformano in emozioni nel cuore e poi in sensazioni che mettono in azione la parte o le parti del corpo dove erano diretti i pensieri stessi.
Senza sensazione non c’è azione e neanche risultato e il corpo obbedisce all’istinto di conservazione. (P. Foglia -Vuoi la felicità? Eccola – Aurea nox, 2022).
Infatti, mente e corpo hanno linguaggi diversi, rispettivamente pensieri e sensazioni, e pertanto non si capiscono. La funzione delle emozioni è primariamente quella di collegare la mente al corpo tramite il cuore.
L’emisfero destro corrisponde al cervello emotivo, che ha anche le funzioni che Mac Lean attribuisce al cervello rettiliano. Infatti la percezione di pericolo e di sicurezza è una prerogativa del SNA che fa parte del cervello emotivo. E non a caso l’inconscio, cioè l’emisfero destro, è assai più potente dell’emisfero sinistro.
È risaputo che in caso di pericolo, il sistema nervoso simpatico blocca il nervo vago e il cuore, che normalmente batte a 60-80 battiti al minuto, entra in agitazione per aumentare la sua gittata e far fronte alla necessità di maggiori energie.
L’emisfero sinistro, invece, cioè la coscienza, corrisponde al cervello cognitivo che è in perenne evoluzione, grazie al continuo apporto e all’implementazione dei circuiti neurologici che collegano i due emisferi cerebrali e che rappresentano le nostre conoscenze, esperienze, abilità e resilienza acquisite.
Più circuiti neurologici abbiamo, più aumentano le nostre performance. La coscienza o consapevolezza è un accumulo coerente e sempre più sofisticato di circuiti neurologici.
“VUOI LA FELICITA’? ECCOLA! – Un autore italiano svela il meccanismo di tutte le emozioni”. Aurea Nox, 2022.
1-
La felicità è strettamente legata alle emozioni ed è d’altra parte essa stessa un’emozione. Ecco il perché del titolo e del sottotitolo del saggio in cui illustro minuziosamente non solo il meccanismo delle emozioni, ma anche quello delle sensazioni che ad esse fanno seguito.
2-
Mente e corpo hanno linguaggi diversi, rispettivamente pensieri e sensazioni, perciò non si capiscono. Ecco l’importanza delle emozioni che fanno da tramite tra la mente e i suoi pensieri, e il cuore che è la parte più importante del corpo.
I pensieri, grazie agli ormoni che sono specifici per ogni tipo di pensiero, diventano emozioni nel cuore e sensazioni o stimoli nelle parti del corpo interessate dai pensieri stessi.
Il nostro corpo non si muove senza lo stimolo della sensazione che consegue all’emozione. Potremmo quindi dire che le sensazioni hanno la stessa importanza delle emozioni da cui derivano!
3-
Ho messo in risalto l’enorme importanza dei nostri pensieri spiegando “che essi hanno già in sé l’emozione corrispondente”.
Infatti, dando un nome ai nostri pensieri – per esempio pensieri di paura – conosciamo anche l’emozione che prende lo stesso nome dei pensieri. A questo punto diventa evidente che la gestione delle emozioni è efficace soltanto se si interviene a monte delle emozioni stesse, cioè intervenendo sui pensieri: l’intelligenza emotiva si basa sul cambiamento dei nostri pensieri!
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Ho dimostrato dunque ciò che hanno da sempre sostenuto empiricamente i grandi pensatori: i nostri pensieri sono già azioni. Il processo parte dai pensieri che diventano emozioni nel cuore, poi sensazioni nelle parti del corpo interessate, per esempio nelle gambe che ci consentono di scappare davanti un pericolo o alle braccia per far valere le nostre ragioni, ecc.
I pensieri di paura, per esempio, si trasformano ad opera di un ormone specifico, l’adrenalina, che è appunto l’ormone della paura, nell’emozione omonima, mentre i pensieri allegri si trasformano nell’emozione della gioia grazie ad una scarica di serotonina, che è l’ormone della felicità.
In caso di pericolo abbiamo pensieri di paura, per cui il ramo simpatico del sistema nervoso autonomo causa una scarica di adrenalina e cortisolo nel sangue e ciò causa l’agitazione del cuore: ed ecco l’emozione della paura. Il cuore invia subito un surplus “temporaneo” di sangue alle gambe per fuggire a tutta velocità se è necessario fuggire, oppure alle braccia nel caso in cui la persona deve affrontare il nemico. Il surplus di sangue viene sottratto agli organi al momento inattivi e dà luogo alla sensazione in una precisa parte del corpo che si mette in azione.
5-
Nel caso di eccitazione erotica causata dal testosterone, l’ormone del sesso, il surplus temporaneo di sangue viene inviato ai corpi cavernosi del pene che da floscio diventa duro, e alla vagina che si lubrifica e diventa ricettiva alla penetrazione.
6-
Sono stato anche il primo autore a introdurre le emozioni neutre estrapolandole da quelle positive!
Le emozioni neutre, come ad esempio la calma, la pace e la pazienza sono le più gradite al cuore in quanto assicurano la regolarità del flusso sanguigno. Esse presuppongono l’equilibrio tra i due rami del SNA, il simpatico e il parasimpatico. Questa condizione è generata dall’attenzione consapevole, l’abilità per eccellenza, che crea coerenza tra mente e cuore.
7-
Quindi le emozioni neutre si verificano quando la mente è nel presente grazie all’attenzione consapevole, mentre le emozioni positive si verificano quando la mente è nel futuro, e quelle negative quando la mente è nel passato. Ovviamente, quando la mente è nel passato prevalgono i brutti ricordi e si hanno pensieri negativi che attivano il ramo simpatico del SNA; e quando la mente è nel futuro prevalgono i pensieri positivi che attivano il rampo parasimpatico, purché il passato non sia troppo forte e invadente. Quando invece la mente è nel presente grazie all’attenzione consapevole, prevalgono i pensieri neutri.
8-
Ho messo in risalto l’importanza della citazione IN MEDIO STAT VIRTUS che ci invita a stare lontano dagli eccessi! Avendo individuato molte analogie pratiche importantissime, ho dedotto che questa citazione rappresenta il principio universale della natura o principio del bene e del male.
9-
Gli eccessi sono la causa del distress o stress negativo e corrispondono al troppo e al troppo poco di ogni cosa, mentre la virtù corrisponde al loro valore medio. Il valore medio neutralizza la negatività dei due poli opposti trasformando il male in bene. Il bene deriva dunque dalla neutralizzazione del male, cioè dalla eliminazione della dualità.
10-
Le emozioni neutre coincidono con la via di mezzo.
Come è noto, la quantità media di denaro contrassegna il ceto medio! Miliardari e barboni sono quasi sempre molto infelici e stressati! C’è chi sostiene che i miliardari odiano l’umanità perché nonostante le loro immense ricchezze non sono per niente felici! Purtroppo i miliardari sono diventati troppi perché sono presenti abbondantemente in tutte le nazioni, comprese Russia e Cina già patrie del comunismo. Pertanto il ceto medio è stato fagocitato e il mondo è sottosopra a causa della corruzione dilagante.
11-
Ci sono molte prove che dimostrano che la parte sana e più abbondante di ogni cosa sta sempre al centro. La prova più importante è sicuramente rappresentata dai valori sani delle analisi del sangue e della pressione arteriosa che si attestano al centro, mentre i valori non sani sono quelli alti e cioè al disopra del limite empirico superiore e quelli bassi che sono al disotto del limite empirico inferiore.
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Infine ho messo in risalto nel saggio che l’infelicità è causata dalle rimozioni inconsce dei cosiddetti poli negativi o spregevoli – come per esempio l’odio – perché impediscono l’integrazione tra i due poli antagonisti della dualità e la loro reciproca neutralizzazione. È risaputo, infatti, che un amore eccessivo o passionale è malato e pericoloso quanto l’odio stesso. La più grande verità è che noi soffriamo sia a causa dell’amore, sia a causa dell’odio! Non può essere diversamente perché la dualità non integrata a causa delle rimozioni causa l’ambivalenza, per cui si passa facilmente dalla gioia al dolore e dalla vittoria alla sconfitta.
13-
I bambini rimuovono la spontaneità, come a dire il coraggio e l’intraprendenza per non perdere l’amore delle persone che li accudiscono. Ma una volta diventati grandi, se non abbiamo almeno un pizzico di coraggio, il successo ce lo sogniamo!
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Ecco perché il titolo del libro “VUOI LA FELICITA’? ECCOLA!” è azzeccato, non perché la felicità sia facile da conseguire, ma perché ci sono molti fattori umani e culturali, come le emozioni trattate ampiamente nel saggio e le abitudini obsolete che causano comportamenti inadeguati dovuti proprio alle precoci rimozioni dell’infanzia.
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Le rimozioni sono un meccanismo psichico grazie al quale la nostra coscienza allontana da sé rimandandoli nell’inconscio tutti gli eventi, i pensieri e i ricordi inaccettabili.
Sono proprio le rimozioni la principale causa dell’infelicità perché impediscono la neutralizzazione della dualità e del male!
Non è la coscienza che spinge la capra a fare il salto, ma il suo inconscio e cioè il suo istinto che non conosce il pericolo.
Inconscio e istinto che abbiamo anche noi, ma noi siamo fregati dalla nostra parte razionale, cioè dalla nostra coscienza che vede soltanto pericoli…
Bambini e adolescenti non vedono i pericoli perché hanno la coscienza ancora poco sviluppata.
Ettore D’Antonio esattamente. Però agire d’istinto è sicuramente più sicuro.
Ecco perché la consapevolezza che nasce dalla coscienza che è anche la ragione, non deve essere osannata. L’inconsapevolezza o incoscienza o istinto svolge anch’essa un compito meraviglioso: ci fa osare, ci dà il coraggio.
E a questo punto emerge chiaramente che consapevolezza (coscienza o emisfero sinistro del cervello) e inconsapevolezza (inconscio o emisfero destro) devono integrarsi tra loro e quando si sono integrati si è anche illuminati!
A COSA SERVIVA IL PENSIERO POSITIVO? I pensieri neutri derivano dall’integrazione tra i pensieri positivi e negativi. Non sono i pensieri positivi che ci fanno stare bene, ma i pensieri neutri e cioè i pensieri di calma, di pace, di armonia, di gratitudine, di pazienza, di compassione. Tali pensieri danno luogo ad emozioni omonime. I … Leggi tutto
IL MALE È CAUSATO DAL TROPPO E DAL TROPPO POCO DI OGNI COSA.
IL BENE È LA VIA DI MEZZO, CIOÈ LA MEDIA TRA IL TROPPO E IL TROPPO POCO.
In medio stat virtus! La virtù sta nel mezzo. Ma se la virtù è al centro, ai due lati c’è il contrario della virtù! E se la virtù è la disposizione a fare il bene e per estensione il bene stesso, ai due lati c’è la disposizione a fare il male e per estensione il male stesso! Va da sé che per bene sì può intendere non solo la virtù, ma anche l’appagamento e la felicità, e per male s’intende anche la sofferenza, l’insoddisfazione e l’infelicità.
Questa citazione latina molto nota risalente ad Aristotele, esprime l’ideale greco della moderazione e dell’equilibrio. Essa ci suggerisce che il meglio sta sempre al centro e ci invita ad evitare gli eccessi. Purtroppo non è stata compresa abbastanza!
Lasuddetta locuzione rappresenta, infatti, il principio universale della natura o principio del bene e del male. Possiamo anche chiamarlo principio dell’equilibrio e della moderazione, proprio ciò che è venuto meno nell’era attuale.
Ed ecco la mia intuizione:
ogni cosa, sia materiale sia psicologica, è contrassegnata da tre diversi parametri che sono il troppo, la quantità intermedia e il troppo poco.
Queste tre qualità prendono nomi diversi, ma si riferiscono alla stessa cosa. Ad esempio, la quantità di denaro posseduta contrassegna i ricchi, il ceto medio e i poveri. L’acqua può essere caldissima, tiepida e freddissima. L’intelligenza può essere notevolissima, bassissima, oppure rientrare nella media. Così è per tutte le cose.
La parte virtuosa e più frequente (o più abbondante) di qualsiasi cosa è ‘sempre’ al centro. Tuttavia, se si espande ulteriormente, la virtù scompare e diventa un eccesso, e ugualmente se diminuisce troppo. La virtù, dunque, non è né il troppo, né il troppo poco di qualsiasi cosa, ma il loro valore medio che sta al centro. Ciò vale anche per il denaro che ha al centro il ceto medio, molto più numeroso rispetto ai ricchi e ai poveri messi insieme; e vale anche per i valori delle analisi del sangue e della pressione arteriosa e per tutte le cose. Il valore medio è virtuoso perché è fatto di entrambi gli opposti in misura equilibrata!
Ma cos’è il troppo? Il troppo è l’eccesso positivo ed esagerato, cioè superfluo, mentre il troppo poco è l’eccesso negativo ed insufficiente, cioè deficitario. Giova ricordarsi che anche il magico amore diventa malato sia quando è troppo, sia quando è troppo poco. Dunque, per esprimere la qualità di qualsiasi cosa non basta il sostantivo, occorre precisarne la quantità!
Sia l’eccesso positivo, sia quello negativo, si riferiscono alla stessa cosa anche se hanno nomi diversi. L’eccesso è il male per definizione perché oltrepassa il limite, oltrepassa la misura giusta rappresentata dal bene che è sempre al centro ed è la media tra i due valori opposti (cioè il troppo e il troppo poco).
I due eccessi o poli opposti rappresentano la caratteristica della natura che genera il cambiamento e la diversità. Essi vanno dal minimo al massimo di ogni cosa, per esempio dai giganti ai nani o dai barboni ai miliardari. Sono proprio i due eccessi che ci consentono di fare l’esperienza del bene e del male. Per esempio, quando si dice che gli adolescenti passano da un eccesso all’altro, s’intende che passano dal troppo al troppo poco e viceversa: per esempio, dalle abbuffate al digiuno. In questo modo fanno esperienza e imparano a centrarsi.
La cosa più sorprendente, dunque, è che il bene nasce proprio dal male: il BENE, riferito a qualsiasi cosa, sta sempre al centro ed è la media tra il troppo e il troppo poco che rappresentano il MALE. E la cosa ancora più sbalorditiva è che OGNI COSA CONTIENE SIA IL BENE, SIA IL MALE!
In realtà, niente di più naturale! Dalla combinazione di un acido corrosivo con una base caustica, quindi totalmente opposti ed entrambi pericolosi da maneggiare, si ottiene un sale neutro, come per esempio il cloruro di sodio o sale da cucina che dà sapore alle nostre pietanze.
È risaputo altresì che dall’accoppiamento del maschio con la femmina, molto diversi tra di loro, nascono i figli, sempre diversi tra loro, e si perpetua la vita stessa!
L’integrazione o unione o collaborazione tra i due opposti, cioè il troppo e il troppo poco di ogni cosa, come per esempio ricchi e poveri, porta alla neutralizzazione della loro dualità o antagonismo e alla perfetta funzionalità di ogni coppia di opposti. Invece, la separazione o divisione dei due poli opposti rovina tutto: non funziona bene nessuno dei due, anzi si fanno la lotta.
La parte mediana o centrale di qualsiasi cosa è la terza via o via di mezzo. Essa rappresenta, come abbiamo già detto, il BENE, e corrisponde all’eustress o stress positivo, mentre i due poli opposti, cioè il troppo e il troppo poco rappresentano il MALE o distress, cioè lo stress negativo o sofferenza. La coincidenza con la via di mezzo del buddismo zen è a dir poco utile ed illuminante.
Ogni cosa è divisa a metà in modo da formare due poli opposti e quindi è incompleto, proprio come il cervello diviso in due emisferi cerebrali.
Ogni cosa ha il suo contrario con cui potersi fondere, come il giorno e la notte o il maschio e la femmina, altrimenti non esisterebbero neanche.
Non può esistere solo il giorno o solo la notte; e non può esistere solo l’amore o solo l’odio in ogni persona, esattamente come non può esistere una moneta con una sola faccia.
I poli opposti sono due facce della “medesima cosa” o del medesimo processo, anche se hanno nome diverso. Essi sono complementari, cioè stanno sempre in coppia come i nostri arti e i due emisferi cerebrali.
Il fatto che i poli opposti siano complementari dimostra che la dualità è solo apparente, a patto però che i due poli siano bene integrati, cioè uniti e collaborativi. Se manca l’integrazione tra i contrari – che è una conquista della consapevolezza che purtroppo arriva gradualmente e piuttosto tardi – c’è divisione o separazione che è la causa del disordine, della paura e della lotta.
Il risultato migliore si ha quando i due poli opposti cooperano armoniosamente. Il risultato peggiore, invece, si ha quando non sono equilibrati e quindi neanche in sintonia, ma in lotta tra di loro. È il caso dei due emisferi cerebrali che pur stando abbracciati, hanno caratteristiche e funzioni opposte e allo stesso tempo complementari.
Il motivo per cui i nostri due emisferi cerebrali non sono in sintonia è perché l’emisfero destro, che corrisponde al subconscio (o mente inconscia), è già alla nascita ricco di circuiti neurologici attivi, essendo frutto dell’eredità biologica, mentre nell’emisfero sinistro che corrisponde alla coscienza o mente conscia, i circuiti neurologici siaccumulano gradualmente trattandosi di informazioni, esperienze e nuove conoscenze.
È grazie alla sincronia tra le proprie gambe, che è il risultato di un lungo addestramento, che i ballerini professionisti raggiungono performance meravigliose! Maschio e femmina, quando fanno sesso, raggiungono l’acme del piacere e della creatività generando una nuova vita.
Ecco, dovremmo addestrarci in tutto e per tutto per fare in modo che non solo i nostri arti, ma tutti i poli opposti, anche quelli di natura psicologica, siano in sintonia tra loro.
2. AMBIVALENZA: LA PROPRIETÀ MENO NOTA DELLA DUALITÀ
Forse la caratteristica meno nota della dualità è l’ambivalenza: ogni evento ha sempre vantaggi palesi e svantaggi nascosti che si palesano successivamente, o al contrario svantaggi palesi e vantaggi nascosti. Ciò ci invita, a maggior ragione, a non esagerare con i comportamenti, ma a scegliere sempre la via di mezzo, cioè l’equilibrio, come vedremo più avanti.
Ogni illusione ha il seme della delusione: guai se non fosse così!
Anche la nostra decisione più ponderata, non ha mai soltanto pregi, per il semplice fatto che il pregio è in coppia col difetto. Insomma la natura ci premia e ci fa illudere, e allo stesso tempo ci carica di responsabilità anche enormi! Un esempio di ambivalenza è il matrimonio.
Ogni cosa ha sempre pregi e difetti, agi e disagi, vantaggi e svantaggi. La perfezione non può esistere perché è in coppia con l’imperfezione.
Non è soltanto colpa nostra se le cose non sono mai completamente soddisfacenti. I problemi maggiori sorgono perché la realtà cambia in continuazione, ma noi ci comportiamo come se fosse statica. Non ci adeguiamo ai cambiamenti spontaneamente, non li accettiamo subito e così nascono le paure immaginarie, le crisi di identità, la sofferenza e il vuoto interiore.
L’ambivalenza gioca anche a nostro favore! Quando ti senti triste e solo, non fissarti sulla situazione attuale, il che non può fare altro che deprimerti, ma proiettati nel futuro meraviglioso che ti aspetta! I mali non vengono mai solo per nuocere! Le nubi non nascondono il sole per sempre! Dunque non piangere: abituati a sorridere, a festeggiare e a ringraziare prima ancora di un bell’evento. In poche parole, sentiti grato!
L’accettazione della realtà aggiusta ogni dispiacere perché accoglie il cambiamento. La resistenza e la lotta o la non accettazione sono tuttavia necessarie quando è in pericolo la nostra stessa vita, il che capita ormai sempre più spesso.
OGNI COSA PIACEVOLE, DOLOROSA O NEUTRA ACCADE NEL MOMENTO PRESENTE
PERCHÉ LO STATO DI PRESENZA È COSÌ SPECIALE? HA A CHE FARE CON LA FELICITÀ!
Stato di presenza, pensieri, emozioni.
1. MENTE E CORPO HANNO LINGUAGGI DIVERSI Stato di presenza, pensieri, emozioni
Le emozioni fanno da tramite tra la mente (ed i suoi pensieri) e il corpo (e le sue sensazioni). Avendo linguaggi diversi, senza emozioni e sensazioni mente e corpo non si capirebbero e saremmo alla mercé dei nostri istinti.
Tutto accade nel momento presente, sia gli eventi piacevoli che quelli dolorosi: e allora perché lo stato di presenza è così speciale?
Lo stato di presenza è speciale perché è caratterizzato dall’attenzione consapevole.
Ed è soltanto grazie all’attenzione consapevole che la mente si allinea (o connette) con il cuore che è sempre nel presente.
Lo stato di presenza dà luogo ai pensieri neutri: pensieri di calma, di serenità, di pace, ecc. e alle emozioni neutre ‘omonime’ che possono avere anche lunga durata. Omonime perché le emozioni hanno lo stesso nome dei pensieri. Infatti, nominando i pensieri, come si fa con i semi delle piante, si conosce l’emozione corrispondente.
Ogni cosa accade sempre e soltanto nel momento presente che poi diventa passato. Nel presente accade di tutto!
Tutte le cose belle e tutte le cose brutte accadono sempre nel momento presente. Ma la nostra mente dimentica facilmente le esperienze belle e ricorda soprattutto le esperienze brutte.
LA MENTE PUÒ ESSERE IL PEGGIOR NEMICO O IL MIGLIORE ALLEATO
Un’anima sconfinata – recensione.
Un saggio rivoluzionario di crescita spirituale e personale, quello di Michael A. Singer, eccellente da tanti punti di vista! Infatti, è bellissimo imparare a non giudicare e a non provare tensione e ansia; è magnifico aprire il cuore alla gioia anziché chiuderlo e intristirsi!
È meraviglioso essere centrati in modo da non sperperare le energie passando da un eccesso all’altro. Ed è un’idea sicuramente geniale diventare l’osservatore dei propri pensieri, delle proprie emozioni e di ciò che succede intorno a noi. Tutto ciò ci consente di conservare la lucidità e di lasciare andare le tensioni e le paure!
Come ripete spesso l’autore: la mente può essere il nostro peggiore nemico, se non viene allenata, o il nostro migliore alleato.
Ed ecco le mie osservazioni.
1. CONSAPEVOLEZZA PREROGATIVA DELLA MATURITÀ
Esagerando nell’affannosa ricerca del nostro centro non finiamo forse per danneggiarci? E dunque, è meglio dimorare in maniera fissa al centro, o aggirarsi il più vicino ed il più frequentemente possibile? Voglio dire che se smettiamo di piangere del tutto grazie a una centratura perfetta, smetteremo anche di ridere! Il centro è immobile e possiamo assimilarlo alla morte, mentre i due poli opposti che lo circondano rappresentano gli alti e bassi della vita, le nostre esagerazioni e le nostre tribolazioni. Purtroppo, chi resta fermo a lungo finisce per atrofizzarsi.
Il centro simbolizza l’equilibrio e la presenza, ma sono i due opposti che facendosi la lotta o integrandosi, gli danno vita.
Il fatto essenziale è che i due poli opposti, sempre sovraccarichi di tensione, caratterizzano la nostra vita dalla nascita alla maturità. La consapevolezza, che è indispensabile per la centratura, è il frutto delle conoscenze, dell’esperienza e della resilienza, perciò non arriva mai subito: è in genere una prerogativa della maturità.
E dunque il nonno saggio può supplicare quanto vuole il nipote perché la smetta di esagerare!
2. UN’AMARA VERITÀ
Il nipote smetterà soltanto gradualmente di passare dalle abbuffate al digiuno, dal superallenamento al riposo a letto obbligato, dalla passione all’avversione, dall’amore all’odio e dall’entusiasmo della vittoria alla prostrazione della sconfitta.
Il vecchio saggio può anche suggerire al giovane di non giudicare il prossimo e di avere sempre il cuore aperto all’amore, ma il giovane continuerà a soffrire tantissimo a causa dell’amore.
L’amore è sano soltanto se è neutralizzato dall’odio. Se così non fosse sarebbe un controsenso esaltare il centro, l’equilibro, il qui e ora, l’integrazione degli opposti.
Se l’odio viene rimosso, dato che spesso è considerato spregevole, l’amore diventa esagerato, e si diventa possessivi, invadenti, intolleranti e pericolosi. Naturalmente, se è l’amore ad essere rimosso a causa di tradimenti, sgarbi o separazioni, l’odio può farci diventare vendicativi e crudeli.
Yin e Yang, i poli femminile e maschile, devono equilibrarsi! Più vicini sono al centro e più siamo affiatati; anzi più sono compenetrati l’uno nell’altro, più siamo integrati e prolifici.
L’unione degli opposti fa la forza, la divisione invece indebolisce entrambi.
3. AMORE INCONDIZIONATO
Più un polo è esagerato, più è lontano dal centro; il troppo e il troppo poco storpiano ogni cosa, anche nel caso dell’amore incondizionato: un mito da sfatare perché niente fa eccezione alla legge dell’equilibrio.
L’amore incondizionato è indispensabile nei primi anni di vita del neonato ed è l’istinto prodigioso delle puerpere che riscontriamo anche negli animali.
Ma deve essere sostituito gradualmente dall’amore condizionato (cioè equilibrato dall’odio o mancanza d’amore), man mano che il bambino diventa grande, altrimenti avremo dei bamboccioni paurosi incapaci di uscire dalla propria zona di comfort.
4. A VOLTE GLI AVVENIMENTI CI TOCCANO PERSONALMENTE
Quanto allo stress che si verifica quando ci opponiamo agli eventi della vita, non sempre è possibile lasciarli andare facendo l’osservatore dei propri pensieri! A volte le ingiustizie sono molto gravi e ci toccano personalmente.
Invito le persone che vogliono imparare come tacitare la propria mente e farsela alleata e come centrarsi, a leggere questo saggio favoloso!
Tantissimi complimenti e ringraziamenti a Michael Singer!
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