LA RISCOPERTA DEL PARADISO E DELL’INFERNO
IL PARADISO NON È PER TUTTI, L’INFERNO SÌ
E IL PURGATORIO CHE FINE HA FATTO?
Una interessante domanda dell’amico Costantino Pallante mi ha costretto a spremere le meningi. Costantino ha obiettato su FB a proposito delle virtù dello stato di presenza. Mi ha chiesto, come è possibile che il presente abbia tutte le proprietà positive del mondo, se è pieno di avvenimenti negativi e dispiaceri a non finire e ne viviamo le conseguenze proprio nel presente?
La riscoperta del paradiso e dell’inferno.
1. GLI EVENTI NEGATIVI LI VIVIAMO PROPRIO NEL PRESENTE
La riscoperta del paradiso e dell’inferno.
Giustissima considerazione! Sembra quasi che lo stato di presenza, per come viene descritto in alcuni ambienti, sia il paradiso!
Gli eventi negativi accadono tutti nel presente, anche se poi il presente diventa passato. E allora chi è quel matto che va dicendo che dobbiamo vivere nel presente per essere felici?
Innanzitutto diciamo che il presente diventa un paradiso di serenità e di pace solo dopo un lungo percorso di crescita personale. Il presente non è per tutti, ma soltanto per coloro che meditano da lungo tempo.
Potremmo dire che la mindfulness altro non è che una cura attraverso la padronanza dell’attenzione. (Nicoletta Cinotti)
La presenza è attenzione, riflessione, centratura e responsabilità: richiede impegno per essere allenata e stanca terribilmente soprattutto all’inizio.
I giovani purtroppo non sono per niente pazienti e consapevoli: in carcere ci vanno soprattutto loro a causa della loro impulsività. Obbediscono ai propri istinti, credono di essere nel giusto e vanno avanti col pilota automatico che è l’opposto della presenza.
Il pilota automatico, al contrario dell’attenzione non stanca, ci fa riposare e ci semplifica la vita, ma è anche causa di distrazioni e dubbi. Quando dimentichiamo dove abbiamo messo le chiavi della macchina o qualsiasi altra cosa, è perché le abbiamo lasciate da qualche parte senza fare attenzione.
Il pilota automatico corrisponde alle vecchie abitudini che ormai sono superate dal tempo. Le abitudini spesso sono negative anche perché diventano obsolete e occorre sostituirle con abitudini nuove.
2. LA VITA È CAMBIAMENTO
La riscoperta del paradiso e dell’inferno
Quindi dobbiamo cambiare. Col buono o con la forza. La vita è continuo cambiamento.
Ma i cambiamenti sono dolorosi, sono momenti brutti. Nessuno li accetta. I cambiamenti arrivano sotto forma di dispiaceri, difficoltà, contrattempi, incidenti, critiche, insuccessi, crisi, rifiuti, ingiustizie e torti vari che causano tanto stress.
E per questo che nessuno è disposto ad accettare la realtà. Ma la realtà non è altro che il presente che viviamo tutti i giorni, è il paradiso di pace e tranquillità a cui potremo pervenire soltanto imparando ad accettare la realtà!
Accettando la realtà, essa cessa di essere brutta perché arriva la calma, la presenza, l’attenzione e la riflessione.
La presenza è un paradiso di serenità e di calma al quale si perviene solamente dopo essersi “spurgati” della rabbia e dell’istinto di ribellione e di lotta, grazie all’accettazione della realtà!
E magicamente, grazie alla calma, il respiro bloccato dalla paura e dal dolore diventa lento e profondo e si recupera la forza e la fiducia!
3. FIDUCIA E SICUREZZA
La riscoperta del paradiso e dell’inferno
E allora come la mettiamo? Per non soffrire nel presente, nell’oggi, si deve imparare ad accettare le difficoltà, le paure, le contrarietà, i dispiaceri, le ingiustizie, i fallimenti e la morte.
Soltanto se ci tempriamo abbastanza, soltanto se diventiamo resilienti uscendo spesso dalla zona di comfort, acquisiamo sicurezza e fiducia in noi stessi e siamo in grado di affrontare le paure e le difficoltà ed accettare le amarezze della vita.
La fiducia e la sicurezza rappresentano il carburante che ci fornisce l’energia, la propulsione e il dinamismo nelle decisioni e nelle azioni per realizzare i nostri sogni.
Dopo avere tanto sofferto in cerca di un posto di lavoro, raggiungiamo finalmente l’indipendenza economica che sta alla base di ogni sicurezza, ed ecco che il presente comincia a piacerci! Ma ancora non basta.
4. SI CRESCE SOLTANTO FACENDO ERRORI
La riscoperta del paradiso e dell’inferno
Le difficoltà maggiori le incontrano i bamboccioni perché non si sono mai allontanati più di tanto dai genitori, sono quindi usciti poco o niente dalla zona di comfort evitando le difficoltà e le paure come la peste, e quando arrivano a 35-40 anni e si fanno una famiglia… succede il patatrac!
Ma il mito negativo dei bamboccioni deve essere sfatato perché nella vita c’è sempre la possibilità di recuperare qualsiasi handicap e a qualunque età. Occorre accettare la realtà per smettere di piangere sui propri errori e capire che la consapevolezza è proprio il risultato virtuoso che nasce dagli sbagli e dall’orgoglio ferito!
Insomma, si deve entrare nell’ottica che gli eventi brutti di cui ci lamentiamo così spesso senza fare nulla, non sono per niente negativi perché vengono per il nostro bene: servono a farci crescere!
Se non ci rimbocchiamo le maniche continueremo a soffrire per tutta la vita.
I salti evolutivi avvengono soltanto grazie alle crisi.
Se sbagliamo o ci succede un guaio, stiamo acquisendo consapevolezza velocemente! Solo sbagliando s’impara!
Soltanto facendo errori si cresce.
5. LA VITA NON-CI REGALA NIENTE
La riscoperta del paradiso e dell’inferno
Solo uscendo dalla zona di comfort o dallo sconforto, a qualsiasi età, si acquisisce fiducia e sicurezza e si diventa capaci, autonomi e indipendenti.
La vita non ci regala niente, dobbiamo conquistare ogni cosa con l’impegno quotidiano e anche accettando il dolore quando viene. Il dolore non risparmia nessuno, neanche i miliardari e i potenti della terra. Anzi più si è in alto e più il dolore è forte, se non lo si accetta!
Il dolore è qualcosa a cui dobbiamo abituarci, assuefarci, altrimenti non siamo in grado di resistere. Rifiutandoci di attraversare il dolore non lo facciamo decantare e lo lasciamo sempre in sospensione. Bisogna accettare, attraversare il dolore e starci nel mezzo fino a quando non ne veniamo fuori. (Giorgio Nardone)
Per imparare a vivere nel presente e trasformarlo in paradiso, dobbiamo acquisire la piena consapevolezza, la non dualità, altrimenti vivremo con i nostri pensieri sempre nel passato e nel futuro.
Se il presente pienamente vissuto rappresenta il paradiso, vivere nel passato e nel futuro significa essere nell’inferno della vita quotidiana delle persone prive di consapevolezza che lottano contro mulini a vento.
6. E IL PURGATORIO CHE FINE HA FATTO?
La riscoperta del paradiso e dell’inferno
Dove è finito il purgatorio?
Ma è semplice! Il purgatorio simbolizza la vita ora piacevole, ora stressante, delle persone che non si sono ancora del tutto affrancate dall’inconsapevolezza e dall’impulsività e oscillano quindi tra il pilota automatico e l’attenzione.
Abbiamo già constatato che la presenza è il paradiso al quale si arriva soltanto dopo essersi “liberati” della propria inconsapevolezza e impulsività e fortificati in attenzione e consapevolezza.
Il nostro compito è imparare a non vivere con la mente nel passato e nel futuro, forieri di pericoli ‘immaginari’, e possiamo riuscirci soltanto accettando la realtà e allenandoci alla presenza.
Il purgatorio simbolizza la vita quotidiana che è fatta di problemi e dispiaceri più immaginari che reali, tipici delle persone che non sono ancora abbastanza consapevoli e vanno avanti un po’ col pilota automatico e un po’ con l’attenzione.
Nel purgatorio vive la quasi totalità dei popoli perché la crescita della consapevolezza si realizza lentamente.
7. LA SORPRESA FINALE: SI STA MEGLIO IN PURGATORIO CHE IN PARADISO…
La riscoperta del paradiso e dell’inferno
Paradiso, purgatorio e inferno non sono ubicati in posti diversi, anche se ci sono luoghi in cui si vive meglio e luoghi in cui si vive peggio dal punto di vista materiale. Si tratta di tre stili di vita/stati d’animo molto diversi tra loro che non dipendono dalle ricchezze materiali di ciascuno, ma unicamente dal grado di consapevolezza e di equilibrio raggiunto da ogni persona.
Chi vive con la propria mente prevalentemente nel presente è come se fosse in un paradiso di pace e serenità. È anche vero però che deve sottoporsi a sacrifici e privazioni per non regredire in purgatorio! E quando ciò accade per il praticante è una caduta molto dolorosa.
Invece chi vive con la mente prevalentemente nel passato e nel futuro si trova a soffrire molto spesso le pene dell’inferno e non può incolpare nessuno, tranne sé stesso.
Il purgatorio è sicuramente lo stato d’animo più diffuso in assoluto essendo un po’ inferno e un po’ paradiso, e siccome rappresenta il centro, è più virtuoso del paradiso stesso!
Insomma, ogni essere umano può essere abbastanza felice soltanto se segue un percorso impegnativo di crescita personale e impara a vivere nel presente!
La nostra attività inconsapevole è quella che ci permette di far funzionare il nostro organismo e di farlo muovere all’unisono, cioè armonicamente in equilibrio. (Giorgio Nardone)
Il fatto è che, come sostiene Nardone, è impossibile vivere sempre nel presente: nessuno può fare a meno del pilota automatico!
si ne sono convinto anche io!!!! il purgatorio. !!!.è questo….per alcuni.. è un inferno….e per pochi!! è un paradiso!!!!………….se abbiamo da bambini o ancora prima.. di nascere.qualcuno ci ha assegnato da compiere ..delle cose!!!fino che non abbiamo finito.. stiamo qua!……poi ritorneremo nella…nostra dimensione……perché questo è solo un pellegrinaggio !!!e prima o dopo si ritorna a casa!!!…dove non esiste tempo…soldi ricchezze ..o altro
Ciao Fabio,
siamo noi che ci creiamo il paradiso o l’inferno, ma il fatto che la maggioranza delle persone viva una vita da purgatorio, mi fa pensare che il paradiso non sia tanto ambito! E ne ho esposto anche il motivo: non si può fare totalmente a meno dle pilota automatico. Sarebbe come dire poter fare a meno del cuore e degli altri organi.
Grazie del commento.