Attaccamento, distacco o equilibrio?

Buddha e attaccamentoAttaccamento, distacco o equilibrio?

“Chiunque abbia iniziato a insegnare che dobbiamo rinunciare alle cose, a distaccarci da esse, era un po’ confuso”.

La chiarezza d’idee è la cosa più importante.

“All’età di 29 anni, ignaro della realtà che si presentava fuori della reggia, uscito dal palazzo reale paterno per vedere la realtà del mondo circostante, testimoniò la crudezza della vita in un modo che lo lasciò attonito. Incontrando un vecchio, un malato e un morto (altre fonti narrano di un funerale), comprese improvvisamente che la sofferenza accomuna tutta l’umanità e che le ricchezze, la cultura, l’eroismo e tutto quanto gli avevano insegnato a corte erano valori effimeri e caduchi. Capì che la sua era una prigione dorata e cominciò interiormente a rifiutare agi e ricchezze. Poco dopo essersi imbattuto in un monaco mendicante, calmo e sereno, stabilì di rinunciare alla famiglia, alla ricchezza, alla gloria ed al potere per cercare la liberazione. (Vita del Buddha da Wikipedia)

Attaccamento, distacco o equilibrio?

Secondo la tradizione buddista bisogna essere distaccati per evitare la sofferenza.

È, dunque, veramente pregiudizievole per la felicità l’attaccamento alle persone e ai beni materiali, o non si tratta piuttosto di una questione di grado?

Anche Gesù chiese a Levi e agli altri apostoli di dare tutte le loro ricchezze ai poveri per seguirlo. Famosissima, a questo proposito, è la sua parabola: “É più facile ad un cammello entrare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno di Dio!

Quanta esagerazione, pregiudizio o verità c’è in questa massima di Gesù?

Effettivamente, spogliandosi di tutti i beni materiali, come fece pure San Francesco d’Assisi in tempi relativamente più vicini a noi, ci si sente più liberi e sollevati da tante responsabilità. I beni materiali rappresentano spesso un fardello troppo pesante per tante persone.

Sennonché poi ti accorgerai che vivere di elemosine e di stenti non ti rende affatto più libero o più felice, anzi sei costretto a lavorare come uno schiavo per sopravvivere!

Se soltanto pochissimi personaggi nel corso della storia millenaria dell’umanità hanno scelto la strada di spogliarsi dei propri beni nella ricerca della felicità, è perché a nessuno piace fare una vita da barbone e vivere di elemosine.

La verità è dunque che la stragrande maggioranza delle persone sono attaccate ai propri beni materiali e sono ben contente di vederli crescere e anche pronte a difenderli con le unghie e con i denti contro eventuali malintenzionati.

Nessuno è disposto a distaccarsi o a privarsi dei propri averi e degli agi che essi comportano.

Attaccamento, distacco o equilibrio?

Se siamo distaccati dalle nostre ricchezze sarebbe molto facile per i ladri appropriarsene perché non avremmo né la mentalità giusta, né la forza per difenderle. E se invece siamo troppo attaccati ai nostri averi, vivremo con la paura perenne di avere a che fare con delinquenti e ladri e con tante tasse da pagare.

Essere troppo distaccati o troppo attaccati ai beni materiali è dunque il vero problema, non la quantità maggiore o minore di esso!

Il troppo attaccamento o l’eccessivo distacco da qualunque cosa, l’amore compreso, non ci fa vivere bene perché non siamo equilibrati mentalmente e viviamo in funzione di credenze limitanti che ci rendono succubi di pensieri ossessivi e di pericolosissime proiezioni.

Dunque, non sattaccamento e avariziaono i beni materiali in sé che ci rendono soddisfatti o insoddisfatti, ma le storie che ci raccontiamo su di essi.

Per esempio, la credenza che i ricchi siano ladri, immorali e infelici comporta, per chi l’adotta, che non diventerà mai ricco; mentre al contrario, la credenza che soltanto se sei ricco puoi avere tutto e sei rispettato, ti porta a diventare avido, avaro e senza scrupoli.

Attaccamento, distacco o equilibrio?

Come spiega chiaramente Byron Katie, autrice di illuminanti best seller: “Chiunque abbia iniziato a insegnare che dobbiamo rinunciare alle cose, a distaccarci da esse, era un po’ confuso”.

È la mancanza di integrità morale e di consapevolezza che ruotano intorno alla ricchezza e alla povertà il vero problema. Volere a tutti i costi il successo anziché accettare umilmente e pazientemente la realtà, questa è la vera prigione interiore!

È la non accettazione della realtà che scatena la paura, l’ansia, la rabbia e tante altre emozioni negative!

Soltanto la chiarezza mentale, che deriva dall’accettazione della realtà, può renderci veramente liberi dall’attaccamento e dal distacco, ossia essere equilibrati e saggi.

Una mente chiara e serena ha uno scopo ben chiaro da raggiungere ed è la base di partenza della realizzazione di sé perché ci spinge all’azione nella giusta direzione inducendoci a rimboccarci le maniche con piena cognizione di causa.

Dunque attaccamento, distacco o equilibrio? Sicuramente è meglio l’equilibrio! Il che significa che ci vuole sia l’attaccamento che il distacco, nella giusta misura, cioè senza esagerazioni.

20 commenti su “Attaccamento, distacco o equilibrio?”

  1. Cariisimo Pasquale e carissimi tutti,leggendo e rileggendo quello che avete scritto io mi sento ancora in alto mare.Ancora ascolto la mia sofferenza,,ogni giorno mi ripeto che devo accettare ,che per ora la situazione è questa.Come posso controllare le emozioni se quando cammino per strada è come se mi mancasse la terra sotto i piedi?se vago per le strade,senza neppure aver chiaro dove voglio andare’?Non ho ancora superato lo shock emotivo.Che fare se sei in autobus ,o in un negozio ed improvvisamente iniziano a scenderti le lacrime?Si può pensare di accettare la situazione ed allo stesso tempo sperare nel cambiamento positivo delle circostanze?
    Grazie a te Pasquale ed a chiunque stia vivendo una situazione simile alla mia e voglia condividerla
    Ciao a presto
    luigina

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    • Cara Luigina,
      quando ti prende lo sconforto e ti vengono le lacrime, devi fare una cosa semplicissima: smettere di farti guidare come un automa dai tuoi pensieri distruttivi e pensare ad altre cose. Già scendere dal pulman interrompe i tuoi pensieri negativi. Qualunque movimento o azione interrompe il flusso automatico dei pensieri. Per sbloccare la situazione ed entrare nel flusso devi fare due cose: fare attenzione a ciò che pensi, ossia non pensare automaticamente, “non farti pensare”, ma scegli tu le cose a cui pensare. E per facilitare la cosa muoviti, agisci, fa’ qualcosa di diverso. Dovresti avere in mente uno scopo diverso da quelo che ti sta rattristando.

      Insomma, devi guidare la tua scatola cranica come fai con la televisione: se un programma non ti piace tu cambi canale. Fa’ la stessa cosa con la tua mente. Ovvio che per essere in grado di fare queste cose deve disporre di molta volontà, di molte energie. E le energie, la voglia di vivere si recupera soltanto con l’attività fisica. Ciò che uccide il 70% delle persone è la vita sedentaria. E’ la vita sedentaria che fa sviluppare i pensieri negativi e il pessimismo.
      A risentirci

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  2. Grazie Pasquale della risposta..
    mi vuoi dire che se nn siamo insodisfatti del nostro stato attuale.. bisogna fare finta di niente e farsi una ragione, perchè è quello il nostro destino è già segnato.. è cosi giusto?

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    • Cara Saloua,

      è esattamente il contario di ciò che hai capito. Non è la tua realtà che è sbagliata, ma i tuoi pensieri che vorrebbero una realtà diversa! Voler cambiare la realtà è come pretendere di far miagolare un cane o abbaiare un gatto: è impossibile! Quindi accetta ciò che è, che è la cosa migliore per te in questo momento, e se non ne sei convinta significa che i tuoi pensieri sono sbagliati, che ti stai raccontando una storia falsa, ed è soltanto la storia falsa che ti vai raccontando e a cui ti sei ormai attaccata morbosamente, la causa di tutti i tuoi problemi.

      Insomma, se proietti all’esterno una visione della tua vita o della tua realtà sbagliata, non è la tua realtà ad essere sbagliata, ma la cattiva proiezione. Ama ciò che è e sarai felice per sempre!

      Ed ecco che tu mi dici: “Pasquale, ma come faccio ad amare ciò che è, se ciò che è brutto e non mi piace, come faccio ad accettarlo se la mia realtà è un obbrobrio?” E io ti rispondo: “inverti” le tue proiezioni, assumiti le tue responsabilità per recuperare la tua chiarezza interiore o lucidità mentale, smetti di addossare agli altri la colpa dei tuoi problemi, smetti di lamentarti e di pretendere una realtà diversa da quella che è e ti assicuro che raggiungi rapidamente il paradiso qui sulla terra!

      Quando si pretende di cambiare la realtà si soffre terribilmente e si resta confusi e incapaci di trovare le giuste soluzioni!
      1abbraccio

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      • Prima di vedere la realtà in faccia, la pensavo come lei…ma ora che ho visto e mi sono illuminata, non posso accettare questa realtà come “la realtà”. Ed essere adulti e’ avere anche la capacità di cambiare le cose a proprio piacimento. Non accettate ciò che non condividete…Createvi la vostra realtà ideale. Si può e si deve.

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        • Ciao Cristina,
          forse ora la pensi come me, non prima. Prima eri succube dei tuoi pensieri. Certo che bisogna impegnarsi a fondo per cambiare le cose. Ci mancherebbe altro!

          Accettare la realtà serve a liberarti delle emozioni negative che non ti fanno ragionare bene e ti rendono succube dei tuoi pensieri negativi. La sofferenza è causata proprio dai pensieri sbagliati sulla propria realtà.
          Grazie del commento.

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  3. Ciao caro Pasquale.. (è un articolo toccante che rispecchia un po’ il mio presente)
    penso che delle volte più che noi a voler cambiare le cose è la vita spesso ci mette difront un cambiamento e come all’improviso uno si sveglia dopo un lungo letargo.. e sente il bisogno di cambiare il modo di vedere le cose ad avere consapelozze delle proprio esigenze.. il problema e che questo cambiamento capiti spesso nel momento sbagliato e a una certa età, dove uno pensa di poter godersi un pò di tranquillità invece si trova a mettere tutto in discussione.. l’attaccamento alla materia e alle persone fà parte del nostro bagaglio genetico.. delle nostre credenze..che nn puoi fare ameno, penso che le nostre stesse abitudine di vita che ci rende fragile e impauriti del cambiamento..penso che l’equilibrio e la consapvolezza delle cose è il rimedio a tanta sofferenze e insodisfazione.. detto cosi nn è facile, bisogna crederci e lavorarci sopra.
    un abbraccio e grazie.

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    • Ciao Saloua,
      la realtà è assai più semplice e più vera di quanto noi sappiamo. Noi siamo felici e crediamo di essere infelici, abbiamo tutto e crediamo che ci manchi tutto: viviamo in una grande confusione mentale e culturale e questo è il guaio!
      Ti ringrazio del commento e ricambio l’abbraccio.

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  4. In questo articolo emerge anche il discorso dell’equilibrio che sta sempre nel mezzo, come tu stesso Pasquale in più sedi hai ribadito.
    Troppo attaccamento alle cose è sbagliato come pure non è bene un eccessivo distaccamento.
    Trovare questo “centro” non è cosa facile ma, con tanto buon senso, tanto impegno e buona volontà credo che sia possibile perchè come hai detto anche tu “volere è potere”.

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    • Eppure, trovare il centro è molto semplice, cara Rita: basta accettare la verità che non è altro che la realtà. E’ quando vogliamo cambiare ciò che è, ossia la realtà, la verità, credendo chissà quali cose e attaccandoci alle nostre storie, che ci allontaniamo dal centro e entriamo in confusione e quindi in guerra con noi stessi.

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  5. Mi ricorda molto ciò che disse Osho:
    È una mente calma che ci dona pace, non l’appagamento del desiderio in sé. È all’arrendersi della mente al nostro vero sé che dobbiamo puntare, non ad una realizzazione senza fine di desideri.

    Quindi ancora una volta, dobbiamo imparare ad accontentarci.

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    • Ciao Stefano,
      forse più che accontentarci dovremmmo capire e accettare ciò che non si può cambiare perché non dipende da noi, ma da altre persone. Infatti, ciò che ci fa soffrire ( e imbestialire) è proprio la pretesa che le cose vadano in modo diverso da come vanno, per lo più accusando gli altri dei nostri problemi, senza renderci conto che la realtà attuale corrisponde sempre alla verità e quindi anche al nostro bene in quel determinato momento. Grazie.

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  6. Ciao Pasquale,come al solito ci rifili le tue perle di saggezza. Hai ragione quando dici che l’equilibrio è l’atteggiamento mentale migliore,anche se no è semplice controllare le proprie emozioni,perché richiede molta forza di volontà.

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    • Ciao Franco, mi fa piacere risentirti. Hai ragione anche tu: ci vuole tanta forza di volontà per controllare le proprie emzioni, In realtà, non è solo questione di forza di volontà, quanto dell’acquisizione di una grande consapevolezza interiore e quindi di chiarezza mentale, senza la quale continuiamo a girare a vuoto e a non concludere nulla di buono.

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