È LA PAURA CHE CI FOTTE?

pauraÈ la paura che ci fotte?

È la paura che ci fotte, quando ci tiriamo indietro…

Nella vita non riesce chi è più bravo, ma chi è più audace.

Chi non sbaglia non impara. Chi non fallisce mai non cresce.

 

La persona audace è coraggiosa, ardimentosa, valorosa, forte, animosa, temeraria, spericolata, focosa, impetuosa: i sinonimi sono davvero tanti! La persona audace ricerca le novità, approfitta di tutte le occasioni per cimentarsi, non si spaventa e non indietreggia di fronte a compiti nuovi. È sempre pronta ad imparare. Si mette continuamente in gioco. Accetta lo stress iniziale. Le piace fare tantissime cose, imparare mille mestieri. Ha un grande spirito di iniziativa perché non è bloccata dalla paura.

È la paura che ci fotte

La persona audace riesce benissimo in tutto ciò che fa perché ha le convinzioni giuste per riuscirci. Considera la vita una sfida ed una crescita continua per cui approfitta di ogni occasione per imparare qualcosa di nuovo. È una persona pratica e d’azione, non si arrende mai, ha sempre un obiettivo chiaro e preciso da raggiungere ed è sempre sufficientemente motivata.

La persona audace ha imparato a tenere sotto controllo le paure, anzi a servirsene a suo vantaggio: le affronta senza pensarci due volte e va avanti! Quando si trova di fronoltre-limiti della paurate ad un muro, cambia strategia e prosegue nella direzione dei suoi obiettivi.

Sono le paure che ci bloccano, sono le paure che non ci fanno riuscire nella vita, sono le paure che non ci fanno realizzare i nostri desideri, sono le paure che ci fanno sentire una nullità, sono le paure che non ci fanno crescere, sono le paure che ci paralizzano.

La colpa dei nostri insuccessi è dovuta sempre e soltanto alle paure. 

Ogni volta che c’è un problema nella nostra vita ricordiamoci di questa metafora: È la paura che ci fotte! Ogni volta che non ci sentiamo come vorremmo, la paura è in azione!

È la paura che ci fotte

Le paure hanno mille volti e sono all’origine di ogni malessere. Più viviamo di paure e più siamo dei falliti. Come scrive Giorgio Nardone in “Oltre i limiti della paura”, il fantasma ci insegue e spaventa a morte se scappiamo; se invece lo affrontiamo, svanisce.

Più osiamo e più riusciamo vincenti.

Il segreto del successo, di ogni genere di successo, sta nel saper trasformare la paura in coraggio. Insomma bisogna osare, lanciarsi!

La paura crea un blocco energetico: blocca gli elettroni, ossia impedisce le reazioni biochimiche che forniscono l’energia utile per passare all’azione. In pratica, le molecole della paura bloccano la produzione di adrenalina. La paura perciò ci rende incapaci di proseguire; la paura ci rende incapaci di interagire; la paura ci rende incapaci di comunicare bene con noi stessi e con gli altri; la paura ci rende incapaci di pensare in modo razionale e positivo; la paura ci rende impotenti e senza idee; la paura ci fa temere i cambiamenti; la paura ci trattiene nella nostra “comfort zone” e ci impedisce di crescere.

paura e miglioramento personaleLa paura rovina la nostra esistenza!

È la paura che ci fotte

Ma da cosa sono generate le paure? In realtà non sono le paure la causa dei nostri fallimenti, ma i pensieri negativi che coltiviamo!

Sono i nostri bisogni insoddisfatti, per esempio la mancanza di sicurezza economica, che scatenano la paura, i pensieri negativi e tutte le emozioni negative!

I pensieri negativi, i nostri giudizi, a loro volta modulano l’intensità delle emozioni stesse. I pensieri negativi sono collegati alle nostre convinzioni limitanti.

Se non cambiamo le convinzioni su noi stessi, su ciò che pensiamo di noi, e in poche parole se l’autostima è bassa, il nostro modo di pensare e di agire sarà sempre lo stesso e otterremo sempre risultati scadenti: saremo afflitti da emozioni e pensieri negativi.

Se l’autostima è negativa, continueremo ad avere paura dell’ignoto, del nuovo, dei cambiamenti, delle persone; non avremo abbastanza fiducia nelle nostre capacità e non riusciremo mai a concludere nulla. La nostra vita, i nostri pensieri, i nostri comportamenti, le nostre abitudini, le nostre emozioni, le nostre fortune e sfortune dipendono dalle nostre credenze, perché le credenze rappresentano le fondamenta del nostro modo di essere, di pensare e di agire!


L’autostima o stima di sé è la credenza regina!
Essa influenza ed è presente in qualsiasi altra convinzione. Cosa pensi di te stesso, come ti valuti, come ti vedi allo specchio… è il fattore cruciale della tua buona o cattiva sorte!

Tutto ciò che di bello o di brutto ti accade deriva unicamente dall’opinione che hai di te stesso, ossia dalla tua autostima!

È la paura che ci fotte

Il compito della paura, l’emozione regina – essa è presente in tutte le altre emozioni negative – è quello di proteggerci dai pericoli!

paura e autostimaCi vuole anche prudenza nella vita, altrimenti saremmo degli scavezzacollo continuamente esposti ai pericoli. La paura non è altro che un eccesso di prudenza, ma un eccesso talmente grande che ci impedisce di agire.

L’energia necessaria per compiere l’azione viene consumata totalmente dalla paura e dall’indecisione! La paura di agire divora le nostre forze, ecco perché ci sentiamo stanchi, sfiduciati, nervosi, stressati, depressi.

È la paura che ci fotte

L’eccessiva prudenza deriva da mancanza di sicurezza e fiducia in se stessi, dunque da mancanza di autostima. “Crediamo” di non farcela, di non essere all’altezza, di non meritare, di essere rifiutati, di essere umiliati, di sbagliare; crediamo che agendo ci succederà sicuramente qualcosa di brutto. La paura ci toglie il coraggio e la spontaneità, cosicché alla fine preferiamo lo status quo: dunque non rischiamo, non usciamo dalla nostra “zona di comfort”. E  resta tutto come prima. Peggio di prima.
Ma perché allora la prudenza è diventata talmente grande da paralizzarci del tutto? Perché la prudenza, emozione utile e necessaria quando rientra nella norma, si è trasformata in paura paralizzante? La risposta è semplice e la conosciamo tutti: durante l’infanzia abbiamo ricevuti così tanti rimproveri (e spesso anche sberle!) dai nostri genitori e insegnanti, abbiamo sentito così spesso urla spaventose e insopportabili, siamo stati castigati e intimoriti così tante volte, ci è stato tolto così frequentemente l’affetto, che abbiamo perso la fiducia e la spontaneità e ci siamo abituati a credere di essere inferiori agli altri, dunque degli incapaci e dei buoni a nulla. Anche se è vero il contrario!

I bambini necessitano di amore incondizionato, non di urla e punizioni!

Per non subire altri rimproveri, altre sberle, altri castighi ci siamo fatti furbi…: abbiamo rinunciato a essere spontanei, ad avere spirito di iniziativa, a essere noi stessi, a essere persone curiose e normali; abbiamo rinunciato a essere urla da paurarispettati, ascoltati e amati! Ci siamo “convinti” di non meritare nulla dalla vita, di non valere nulla, anche se spesso è vero il contrario!

Siamo bloccati al punto di partenza e non siamo capaci di partire, di fare il primo passo. Altro che osare! Altro che persona audace!

È la paura che ci fotte

Ci siamo chiusi nella nostra corazza, nella nostra tristezza e nella nostra ignavia. Ci sentiamo inferiori, abbiamo paura di essere respinti e non proviamo neanche. Tendiamo a vivere ‘a distanza’, lontano da rapporti che potrebbero provocarci sofferenza: rimuginiamo troppo e i pensieri negativi e ossessivi ci fanno compagnia!

L’inconscio – leggi anche cervello, cioè il nostro motore – attinge alle credenze limitanti della memoria inconscia ed è come se fosse stato programmato per il fallimento; e nonostante ci sforziamo di migliorare e ci impegniamo al massimo, ed il più delle volte siamo bravi e preparati, continuiamo a sentirci inadeguati e fallimentari.

Il guaio peggiore è che le paure (e i sensi di colpa) vengono automaticamente trasmessi di generazione in generazione, di padre in figlio, e l’educazione che riceviamo si basa su divieti di ogni genere.  I genitori sono sempre “eccessivamente” prudenti… I genitori ci trasmettono le loro paure.

È la paura che ci fotte

Anche una forte gelosia tra fratelli o/e sorelle genera problemi esistenziali. L’invidia non è da meno rispetto alla gelosia. All’origine di problemi di autostima e quindi di problemi esistenziali troviamo sempre una presunta o reale scarsità di carezze e di amore durante i primi sette anni di vita.

Quanti genitori applicano l’amore incondizionato per i propri figli?

Anche se in nessun corso di motivazione o di autostima si parla di queste due emozioni antiche quanto il genere umano, ritengo che la gelosia e l’invidia siano estremamente pericolose perché creano un profondo dissidio interiore, diciamo pure un’autentica e sotterranea lacerazione tra valori primari e totalmente opposti: l’amore fraterno e il bisogno di primeggiare dell’io, altrimenti detto egoismo. Anche se molti se ne sono dimenticati, la gelosia e l’invidia sono i principali automatismi emotivi del genere umano.

Ma è anche vero che se non fosse spinto dall’invidia, nessuno avrebbe voglia di migliorare…

È la paura che ci fotte

Un atteggiamento mentale negativo genera sempre risultati negativi.

Di fronte ad ogni cambiamento, di fronte alla minima novità anche promettente per noi, quella “fifona” dell’amigdala ci mette subito in apprensione, fiuta pericoli, fa scattare l’allarme: e ci paralizza all’istante! L’amigdala, la sentinella del sistema limbico, vede ovunque minacce, e perciò provoca stress continuo (cioè ansia, stanchezza, preoccupazioni e nervosismo). Queste emozioni consumano le nostre energie e perciò ci sentiamo maledettamente stanchi e insicuri e non abbiamo forze sufficienti per affrontare i problemi esistenziali!

Per non essere preda dell’ansia, per non farci fregare da quella fifona dell’amigdala, rinunciamo già in partenza. Anziché affrontare le novità facendo la necessaria esperienza e diventare così più resilienti, forti e sicuri, non usciamo dalla nostra zona di sicurezza.

È la paura che ci fotte

paura e amigdalaQuella codarda dell’amigdala ci ha plagiati! È lei che comanda e noi non sappiamo reagire. Riconosciamolo apertamente perché è salutare: siamo diventati vigliacchi, accettiamola questa dura verità, convinciamoci che i nostri problemi esistenziali sono causati quasi unicamente dalla mancanza di coraggio: insomma, è la paura che ci fotte!

L’amigdala è la sentinella che sta a salvaguardia della nostra persona con il compito di dare l’allarme di fronte ai pericoli, di fronte all’ignoto, di fronte alle novità. Ma le persone non sono tutte uguali! C’è chi si fa sotto dalla paura, come suol dirsi, ogni volta che sente arrivare una notizia o deve prendere una decisione, e chi invece decide in un attimo! In mezzo c’è la grande massa intermedia. Questa diversità così variegata di persone dipende ovviamente dalle paure o dalle sicurezze acquisite durante l’infanzia prima e durante l’adolescenza poi, insomma dipende dalle abitudini apprese.

La nostra vita è strutturata dalle nostre credenze e dalle nostre abitudini.

Più a lungo si protraggono le preoccupazioni, l’ansia e la depressione e più si consolida la rete neuronale prevalente o prioritaria nel nostro cervello che ci crea quel malessere specifico. All’inverso, le credenze potenzianti e i pensieri positivi reiterati nel tempo creano una rete neuronale prevalente che produce entusiasmo e ottimismo. È facile capire che le abitudini, a livello neuronale, non sono altro che circuiti particolarmente
sviluppati proprio in conseguenza dell’uso reiterato, come se fossero delle autostrade facilmente percorribili.

È la paura che ci fotte

L’intensità della paura varia dunque da individuo a individuo, e questa diversità è importantissima perché ci dice che non dobbiamo essere obbligatoriamente succubi della paura. Perciò, ogni volta che ci accorgiamo che ci stiamo tirando indietro, dobbiamo subito avere la consapevolezza che la paura ci sta bloccando!

E cosa possiamo fare per uscire dal circolo vizioso in cui spesso ci siamo cacciati inconsapevolmente? Cosa potremmo fare per aiutare i nostri figli in difficoltà o i nostri amici fifoni? Dobbiamo innamorarci della nostra amigdala! Si, dobbiamo amarla, corteggiarla e sedurla!

Dobbiamo capire insomma che essa, in fondo, agisce innanzitutto per il nostro bene, ci mette in guardia, cerca di proteggerci, ma sta a noi non farci sopraffare. Pertanto, dobbiamo amarci completamente e profondamente, dobbiamo accettarci nonostante tutte le difficoltà e gli insuccessi, perché l’amore e l’accettazione incondizionata di sé ci ridanno  l’autostima e l’energia psichica necessaria per vincere l’ansia e la paura dei cambiamenti e ci consentono di buttarci nell’azione, di rischiare, di non avere  paura dei fallimenti. Dobbiamo convincerci che:

Chi non sbaglia, non impara. Chi non fallisce mai, non cresce.

Chi non affronta le paure soccombe, diventa sempre più pauroso, è sempre al punto di partenza: e l’inizio è micidiale per tutti, tutti sudano sette camice quando fanno qualcosa la prima volta! Chi ha paura non ha mai provato, è sempre la prima volta che si trova in quella situazione. E la prima volta è normale che si abbia paura, che si incontrino difficoltà, che si abbiano dubbi, che ci si senta insicuri!

È la paura che ci fotte

Per non aver paura bisogna fare esperienza, ossia mettersi in gioco, accettare lo stress iniziale, accettare la brutta sensazione che si prova all’inizio di ogni nuova attività. Occorre abituarsi a trovare la soluzione ad ogni problema, anziché fissarsi sulle cause che hanno scatenato il problema e restarne invischiati.

Insomma, è necessario coltivare il pensiero positivo e l’ottimismo che ci spingono a metterci in gioco e ci fanno acquisire gradualmente fiducia, sicurezza e resilienza!

Occorre accettarsi, approvarsi e amarsi a prescindere dai risultati, insomma non perdere mai la stima di se. Se siamo in grado di amarci e accettarci completamente e profondamente, le nostre credenze di base sono potenzianti e anche i pensieri sono positivi e potenzianti; non ci innervosiamo più di tanto di fronte ai contrattempi e alle difficoltà; non ci inalberiamo o chiudiamo di fronte alle critiche; ci rialziamo rapidamente dopo le sconfitte; e siamo pronti a rimboccarci le maniche, a prepararci meglio, non perdiamo la calma e la lucidità mentale e siamo sempre pronti ad imeognarci al massimo.

Senza impegno, studio, sacrificio, determinazione e perseveranza non si va da nessuna parte.

In fondo, il meccanismo di apprendimento del nostro cervello è semplice: basta fare pratica senza risparmiarci, ripetere gli esercizi di allenamento fino a quando non diventano un’abitudine e quindi automatici! Il lavaggio del cervello positivo o riprogrammazione dell’inconscio, si basa sulla paura di lanciartiripetizione di parole o brevi frasi potenzianti (mantra), di pensieri positivi che cancellano quelli negativi, fino a quando non si impiantano nell’inconscio come convinzioni potenzianti.

È la paura che ci fotte

Più ripeti gli esercizi, qualunque tipo di esercizi, e più impari in fretta e diventi in gamba, sei apprezzato dagli altri e riesci nella vita: la pratica rafforza la rete neurale prioritaria e aumenta le molecole dell’entusiasmo!

Ma ricordati che essere bravo non basta: devi anche essere audace per mettere a frutto la tua bravura. Ti devi lanciare! Non devi avere paura di nulla!

Le paure sono le emozioni più normali  e utili che ci siano, non le possiamo ignorare, né le possiamo eliminare, ma possiamo controllarle e approfittare del loro messaggio, servircene per caricarci e motivarci.

Nella vita riesce soltanto chi è audace, chi si lancia. In genere le persone audaci sono persone sportive e amanti della palestra: non hanno paura di nulla, neanche di volare con un deltaplano o di buttarsi da un aereo col paracadute. Dunque, cosa aspetti? Buttati anche tu e cambierai la tua vita!

Se vuoi sbloccarti, lanciati!

 

11 commenti su “È LA PAURA CHE CI FOTTE?”

  1. Ciao Pasquale,

    la paura è maledetta quando è troppa perchè ti fa stare sempre al punto di partenza perchè…non fai niente.

    E’ questo è un bel problema!

    Più non fai niente più non cresci e hai solo delusioni.

    Prendendo spunto da altri tuoi articoli per superare le mie paure uso la tecnica dell’allenamento graduale. Ossia mi espongo piano piano alla paura che mi blocca superando dei piccoli obiettivi.

    Certo all’inizio Pasquale ho davvero sudato freddo! Ho fatto un respiro profondo e ho scacciato via il pensiero di non farcela.Per essere più precisi il pensiero di non farcela è meno presente nella mia mente cioè non è più ossessivo.

    Non ti credere:ho ancora altri piccoli obiettivi da raggiungere però sono soddisfatto di me stesso perchè ho risolto delle paure molto fastidiose che hanno anche logorato i miei rapporti sociali in passato.

    Insomma sto ancora lavorando molto su me stesso:dalla crescita lavorativa fino ai rapporti con i miei coetani e donne.

    In particolare non do più retta ai pensieri altrui e ho imparato a risolvere i problemi per conto mio:questo mi ha reso più autosufficiente.

    I rapporti con la mia parte purtroppo non sono migliorati più di tanto ma rispetto al passato ho imparato a non odiare a morte mio padre ma a vederlo come un uomo cresciuto in un contesto che non gli ha dato le basi per amare il prossimo.

    Ciao Pasquale e a risentirci.

    Romolo

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    • Romolo, ci sei quasi: “però sono soddisfatto di me stesso”!

      La vita è fatta di paradossi. Il risultato desiderato si raggiunge quando smetti di lavorare su te stesso e ti dichiari soddisfatto.

      Il senso di contentezza o di soddisfazione compensa ogni eventuale lacuna. Insomma, più cerchi, più la strada si inerpica; meno cerchi, e più la strada è in discesa.

      Ama tuo padre a prescindere, e sarai davvero soddisfatto di te stesso e della vita!

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      • “Ama tuo padre a prescindere, e sarai davvero soddisfatto di te stesso e della vita!”

        BOH!

        Secondo me l’amore verso una persona a prescindere che sia una donna,un’amico o un genitore dovrebbe essere ponderato e razionale.

        Più cerco di avvicinarmi a mio padre più mi sento manipolato.Purtroppo mio padre tende sempre a manipolare gli altri per raggiungere i suoi scopi.Mai che mi faccia una chiamata durante le feste o le vacanze.Per non parlare del suo aspetto…

        Continuerò a fare lo sforzo di amarlo e cercare di applicare il tuo pensiero Pasquale ….Però sapessi che pazienza e soprattutto che croce.

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        • Romolo, se ti ho consigliato di amare tuo padre a prescindere, o almeno di non odiarlo, è perché un genitore rappresenta una metà di se stessi, per cui se non ami tuo padre non puoi neanche amare te stesso, e se non ami te stesso rimani senza autostima e non raggiungi mai il successo!

          Lo so che può essere una croce amare un padre che non merita, ma sforzati lo stesso, e vedrai che le cose cambieranno in meglio per te. Le conquiste più importanti non sono mai indolori…

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          • Pasquale ti do piena fiducia anche perchè tutti gli articoli che hai scritto hanno sempre ripreso quello che ho vissuto sulla mia pelle.
            Sto cercando inoltre di non andare per logica perchè se vado per logica non ne esco fuori.

            Ciao Pasquale e grazie del tuo aiuto.

            Romolo

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  2. Ciao Pasquale, e si… È proprio la paura che ci fotte!
    Grazie mille per i tanti spunti di riflessione e di miglioramento che ci hai regalato con il tuo articolo.
    Ciao

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  3. ciao Pasquale ho 53 anni e la paura si e portata via la mia vita ma ho capito da tolle e da te che il problema è stato il rifiuto verso ciò che è.ora mi dico sempre,Tiziana tu non hai scampo o accetti la realtà o sei frittaa .parole tue ah quanto mi sono servite.Tu sei una benedizione per l umanità.Sarebbe bello poterti parlare via skipe ma chiedo troppo”non fra caso al modo di crivere sto imparando per poter comunicare con te o cavolo dove si mette la maiuscolaaa ciao tiziana

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