Bastano le azioni pratiche per essere felici?

azioni pratiche e gioiaBastano le azioni pratiche per essere felici?

Le convinzioni limitanti distruggono la creatività e il talento

Gli eventi negativi del passato sono mali apparenti

Per essere felici dobbiamo recuperare i tratti rimossi e diventare integri.

“…per essere ogni giorno un po’ più felici non necessariamente dobbiamo vivere in ville di lusso e guidare Ferrari, ma possiamo concentrarci su poche e semplici azioni pratiche: per esempio:

  1. Pratica regolarmente delle tecniche di respirazione. Concentrarci sul respiro ci aiuta a riprendere il contatto con il momento presente. Nulla di trascendentale, devi semplicemente prendere consapevolezza del tuo respiro che entra ed esce dal tuo corpo.
  2. Fai una sola cosa alla volta. Social network, smartphone e televisione sono le armi di distrazione di massa per eccellenza. Liberati da queste schiavitù, impara a prendere il controllo del tuo tempo e della tua attenzione.
  3. Riscopri il potere del tuo corpo. Spesso siamo troppo cerebrali, ossia ci facciamo troppe seghe mentali. Riscopri il potere del tuo corpo: con il tuo partner, immergendoti nella natura o semplicemente correndo (senza cuffie e senza altre diavolerie elettroniche: perditi nella corsa)”.

(Si tratta di un estratto di un articolo molto interessante che si può trovare sul web. Ecco il link:  http://www.efficacemente.com/2012/11/sei-felice/).

Bastano le azioni pratiche per essere felici?

Sull’importanazioni pratiche per es. lanciatiza di agire di più e pensare di meno non ci sono dubbi.

Io stesso ho scritto il saggio “Se vuoi sbloccarti lanciati!” che è tutto un incitamento all’azione e alla pratica.

L’azione è sicuramente il modo più efficace per far tacere la mente e riacquistare almeno in parte la serenità.

Ma, secondo me, non basta smettere di pensare e agire di più per essere felici.

Infatti, esistono tante persone che pur agendo molto e pur sapendo queste cose, continuano a non sentirsi felici.

Bastano le azioni pratiche per essere felici?

E si, perché il tempo che passiamo a pensare, vuoi o non vuoi, è molto superiore al tempo in cui lavoriamo o corriamo.

Il cervello non smette mai di lavorare, neanche quando dormiamo.

E allora dove sta il problema?

Il problema della mancanza di appagamento sta nella rimozione di alcune parti importanti dell’io e nella conseguente formazione di convinzioni inconsce negative legate al passato, e meglio ancora all’infanzia, che distruggono la nostra creatività e i nostri talenti, e ci tengono chiusi in una gabbia costringendoci a lottare contro pareti immaginarie.

Bastano le azioni pratiche per essere felici?

Le convinzioni che controllano letteralmente la nostra vita sono ben note: “Non ci riesco”; “Non lo merito”; “Non sono bravo”; “Sono nato sfigato”; “Sono fatto così”; “E’ impossibile riuscirci”, “Mi sento colpevole”, ecc.

Si tratta di trappole micidiali alle quali crediamo incondizionatamente e inconsapevolmente in quanto si sono formate in tenera età, quando si credeva a tutto ciò che ci dicevano e si interpretava in maniera negativa tutto ciò che di brutto ci capitava.

Anche una semplice sgridata, ripetuta più volte, ad un bambino di 2-3 anni può bastare a intimorirlo e a fargli perdere la spontaneità e la fiducia in sé stesso.

Per effetto di queste convinzioni limitanti  ci ritroviamo da adulti una mente conscia che ragiona bene, che vorrebbe cambiare e si dà anche da fare, ma siccome è debole e non sopporta le contrarietà, l’inconscio ci comanda a bacchetta facendoci fare o non fare quasi tutto ciò che vuole.

Bastano le azioni pratiche per essere felici?

Insomma possiamo ben dire che siamo in guerra con noi stessi!

reti neuronaliLe convinzioni infatti affondano le loro radici nell’inconscio e proprio come le abitudini, sottendono reti neurali che guidano ogni nostra “azione”.

Ed ecco i nostri automatismi inconsci, per esempio la rabbia improvvisa che non riusciamo a controllare nonostante tutti i nostri buoni propositi.

Le azioni ci assicurano la felicità soltanto per il tempo in cui siamo impegnati praticamente perché mettono a tacere i pensieri negativi. Quando siamo in azione, quando lavoriamo, quando corriamo è infatti proprio l’inconscio in azione.

Bastano le azioni pratiche per essere felici?

Non è questo il momento per approfondire ulteriormente questo discorso, perciò concludo dicendo che soltanto quando saremo riusciti a recuperare le parti rimosse e diventiamo completi, rivalutando positivamente tutte le nostre esperienze passate – infatti tutti gli eventi negativi del passato sono mali apparenti che nascondono una vera benedizione, un grande dono – solo allora smettiamo di lamentarci e di accumulare rabbia inconscia e stress.

Sono mali apparenti perché vengono considerati eventi negativi anziché esperienze di vita.

Soltanto se diventiamo integri, recuperiamo la nostra creatività e i nostri talenti e ci sentiamo bene anche quando stiamo seduti senza far niente.

Essere integri, come concludo  nel post “Abbraccia le tue paure“, significa che “diventerai una persona serena ed entusiasta della vita solo quando abbraccerai la tua ombra, ossia i tuoi limiti, le tue paure, i tuoi pensieri angosciosi, il tuo egoismo, la tua cattiveria, la tua avidità, la tua pigrizia, la tua arroganza, la tua rigidità, le tue debolezze, la tua meschinità….”.

25 commenti su “Bastano le azioni pratiche per essere felici?”

  1. come tu dici abbraccio le mie paure,affronto le mie paure,i miei disagi sono che tutte queste
    paure e disagi sono frutti della mia mente cosa devo fare per ritornare ad essere quello di prima
    felice-scherzoso-vitale

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      • cirp se posso darti un consiglio da chi ha combattutto con il disturbo ossessivo, accresci la considerazione di te medesimo, guardati allo specchio e sorridi a te stesso, cerca di metterti in condizione di piacerti, se piaci a te stesso riuscirai a piacere agli altri, con una salda autostima riuscirai a fluire con gli altri grazie al tuo subconscio che in automatico cala il secchio nel pozzo e ti permette di essere tu al 100×100 senza le famose seghe mentali che ti porti dietro, coraggio.

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  2. ” La gente si rovina la vita angustiandosi per i propri errori senza sapere che senza sbagli non si fa esperienza e non si cresce! Certo, è bene anche aumentare la propria resistenza al dolore o resilienza, ma io preferisco un atteggiamento ottimistico ad oltranza piuttosto che le lamentele che non fanno altro che avvelenare l’esistenza.

    Sante parole che ho trascritto…rappresentano la verità di molte persone che per ragioni diverse non hanno potuto crescere nella conoscenza…e forse si lamentano – senza appunto sapere che… sarebbe meglio prenderla con ironia…

    Comunque la mia nota ha per oggetto una considerazione importante, grazie ai tuoi articoli, si cresce senza forse rendersene troppo conto, poco alla volta si cresce e si vive meglio dimenticandosi del passato, quindi contrariamente a quei proverbi che dicono che se fai del bene non aspettarti gratitudine è vero ma è anche vero il contrario, io sono veramente grato e ringrazio per il contributo ricevuto.

    Parlando di gratitudine, mi viene in mente che, in questi giorni ho visto i miei vicini di casa, due vecchi oramai anziani, che vivevano in una vila, sono andati a vivere da un’altra parte perchè il nipote si sposa ed li ha ” forzatamente” convinti a lasciargli la casa; loro per bocca della nuora piangono tutto il giorno per aver abbandonato le mura dove hanno vissuto per tutta la vita, tralasciando che mi sarei aspettato almeno un cenno di saluto dopo trent’anni e più…, mi balena anche il pensiero del cinismo di qualcuno, della mancanza di coscienza, ecc ecc…,penso a come mi sarei comportato io; penso anche allo scarso livello di scrupoli di molti che continuano a vivere la loro vita tranquilli senza chiedersi se è giusto o sbagliato.
    Un caro saluto Ciao

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  3. le azioni seguite dall’entusiasmo e dalla contentezza portano quasi a toccare la felicità che è uno stato ideale a cui tenedere.

    Niente paura, bisogno ridicolizzarle, spezzarle, ma mai odiarle, se le odi ti rimbalzano come un boomerang, se le accetti e le stemperi con una risata le spezzi e torni alla realtà, già la realtà, i piedi ben saldi a terra.

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          • Antonio, lo sai che anch’io miglioro di giorno in giorno? Ultimamente mi sono reso conto che non dobbiamo preoccuparci di nulla perché sono proprio le preoccupazioni che non fanno risolvere i problemi quando si presentano. Se riesci a restare tranquillo e rilassato è come se oliassi dei meccanismi inceppati o arrugginiti. Mi piacerebbe dire di più, ma non è ancora il momento….

            Quanto ai due tuoi vicini di casa stanno commettendo un grande errore, che non è quello di essersi privati della loro bella casa per darla al nipote, cosa che interpreto come un’azione bellissima di altruismo e di amore incondizionato, ma per il fatto che dopo aver preso una decisione così bella, non ne sono più convinti, e si pentono di averla fatta. Questo è un errore che ho fatto rilevare anche a mia moglie: è sempre a disposizione dei nostri figli e di tutti, ma anziché esserne felice e contenta del suo altruismo e del suo donarsi, a prescindere da chi l’apprezza e da chi ne abusa, trova sempre qualcosa di cui lamentarsi rovinandosi la festa.

            Insomma, come ripeto ormai da tempo, sono le lamentele che avvelenano l’esistenza e la rendono grigia, non i fatti della vita in sé.

            1abbraccio

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  4. Caro Pasquale Buongiorno,
    l’articolo è straordinario come sempre e, come molti partecipanti ai commenti, anch’io ne faccio tesoro; ciò che mi preme tuttavia inserire nel contesto è che noi siamo anche reattivi a quello che mangiamo, cioè abbiamo reazioni diverse anche in funzione di quello che inseriamo nel nostro corpo…che tutto proviene dalla mente è a mio parere anche leggermente azzardato oppure possiamo dire che, per vivere meglio e sereni dovremmo iniziare prima una sana condotta di vita salutistica, a non esagerare come giustamente suggerito da te, all’accettazione della realtà ecc ecc ma, individuare anche quelle cause di tensione che possono annullare il lavoro fatto con tanto impegno mentale…cioè si può essere impegnati in moltissime attività anche ludiche ma ad ogni stop di queste ecco riaffiorare pensieri negativi…quindi manca ancora qualcosa perchè emergono le trappole micidiali come da te accennato.

    In altre parole le nostre reazioni sono anche le risposte al contesto in cui viviamo, ne consegue che tra fumo, caffeina, rumore, preoccupazioni, figli, lavoro, tragitto, spazi ristretti, mancanza di sonno, fregature, moglie infedele, soldi che non bastano mai, il progresso…il collega furbo…insomma tutto questo crea un sottile stato di malessere diffuso, oserei dire maggiore a quello che avevano i nostri avi, i quali non avevano il bombardamento mediatico pieno di stimoli come abbiamo noi oggi…e noi siamo qui nel mezzo, basta un problema di poco conto e rieccoci a rimuginare o non prender sonno…riconoscendo comunque che non siamo in guerra, mentre i nostri vecchi lo erano con guai molto peggiori…

    Accanirci per esempio sui nostrio giovani perchè fannulloni o nullafacenti avrebbe anche poco senso perchè se hanno avuto la fortuna o sfortuna di vivere in questo contesto senza conoscere altre realtà anche peggiori è evidente che hanno comportamenti conseguenti a quello che hanno visto e vissuto…quindi meglio sarebbe sottoporli a situazioni in cui dovrebbero provare realmente le difficoltà della vita…per rendersi realmente conto, anche se molto di quello che stiamo dicendo sono cose già risapute.

    Mi pare che non esiste nemmeno un termometro che possa misurare il nostro livello di benessere psicologico, oppure se esiste risulterebbe molto poco affidabile, si tratta di innalzare il nostro livello di tolleranza agli eventi di qualsiasi genere e conseguentemente al dolore…

    Comunque è indiscutibile il grande contributo che si ricevono con questi esercizi di dialogo con altri in cui si nota che esistono anche persone disposte ad aiutarci e forse, come qualcuno accennava, pare che aiutare gli altri dia un buon contributo interiore.
    Grazie ancora e buona giornata

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    • Caro Antonio,
      tutto lo sviluppo o crescita personale ha lo scopo di imparare a controllare le nostre emozioni in modo da evitare che siano le emozioni a gestire… noi attraverso i terribili automatismi inconsci o reazioni rabbiose…. Come ben sai e come hai tu stesso ricordato, ci incazziamo per niente: il cameriere tarda a servirci il piatto, non troviamo il posto libero al parcheggio, qualcuno ci fa un sorpasso azzardato o passa con il rosso, i nostri figli conoscono solo i diritti e ignorano i doveri….

      Dovremmo imparare a ridere di più di noi stessi e anche della vita stessa, come spiego in “Totomizza le tue paure”, e quando cadiamo in questi automatismi che ci fanno perdere le staffe occorre subito dopo farsi una sonora risata per sdrammatizzare la situazione.

      Per stare bene è necessario essere contenti per partito preso come una filosofia di vita, a prescindere dal “contesto”. Ed infatti per liberarci da brutti ricordi del passato che non ci lasciano in pace e ci avvelenano il sangue basta reinterpretarli in chiave positiva perché tutto ciò che ci capita è esperienza utile. La gente si rovina la vita angustiandosi per i propri errori senza sapere che senza sbagli non si fa esperienza e non si cresce! Certo, è bene anche aumentare la propria resistenza al dolore o resilienza, ma io preferisco un atteggiamento ottimistico ad oltranza piuttosto che le lamentele che non fanno altro che avvelenare l’esistenza.

      1abbraccio

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  5. Buonasera Pasquale
    come ogni sera a quest’ora mi ritaglio il mio spazio mentre tutti dormono per leggere gli articoli che mi ha mandato….
    Sto leggendo attentamente ogni post e ogni link a cui lei mi indirizza e li trovo molto motivanti e pieni di carica..sento come in ogni parola lei voglia trasmettere il suo sapere e illuminarci con l’illuminazione che probabilmente lei ha avuto il dono di ricevere..
    Concordo in ogni sua parola e in ogni suo pensiero e alcune cose che scrive devo ammettere di averle pensate anche io…Proprio poco fa stavo pensando che quando ero piu piccola e andavo a scuola in preda alle ansie dei compiti,delle interrogazioni non avevo molto tempo per rimunginare su tutti i miei pensieri negativi ossessivi..In effetti piu mi tengo impegnata e meno penso a tutte quelle mie cavolate che ultimamnete sono solita pensare..Mi sono accorta analizzando il mio passato che i periodi in cui io ho pensato meno corrispondono proprio ai periodi in cui ero assorbita anima e corpo in qualcosa che mi piaceva…un nuovo amore…un nuovo lavoro…nuove amicizie e via dicendo…Tuttavia quando queste novità perdevano di intensita nel senso che iniziavano a far parte integrante della mia vita ecco pian piano riaffiorare i miei pensieri…Un esempio??? Durante il mio primo anno di fidanzamento con il mio attuale compagno io che ho una paura folle degli aerei ho preso l’aereo per andare in vacanza con lui!..e posso garantirle che adesso che sono 4 anni che conviviamo e il nostro rapporto è consolidato non mi sognerei mai e poi mai di riprenderlo adesso!
    Questo per farle capire che ho come l’impressione che il mio cervello per stare in equilibrio abbia come un bisogno continuo di provare emozioni…di stare in ansia…di concentrarsi fortemente su qualcosa….. il problema è che vorrei riuscire a godermi quello che finalmente sono riuscita a conquistarmi come la mia casa senza avvelenarmi l’esistenza con questi pensieri stupidi che quotidianamente e specie nei momenti di relax mi perseguitano…
    Ho letto il suo articolo di come dovrei abbracciare le mie paure ma ancora non riesco a capire come fare ad abbraccciarle! nel momento stesso in cui mi compaiono nella mente a me provocano paura anche se mi ricordo delle sue parole! Cosa devo fare in pratica quando la sera seduta sul divano in relax mi passa per la testa che potrei far del male al mio cagnolino apparte provare panico???? Respirare??? Contare fino a 10????? Come faccio ad abbracciare questi miei pensieri???

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    • Ciao Silvia,
      abbracciare le tue paure significa innanzitutto accettarle, comprenderle, amarle, capire insomma che ti hanno protetta quand’eri bambina. Non solo ti hanno protetta ma ti hanno dato anche un grande dono: quello di essere diventata una persona troppo buona, troppo sensibile, troppo prudente… Peccato che il troppo storpia.

      Io non so se da bambina eri vispa, temeraria, sconsiderata, pigra, cattiva, ecc. So per certo che sei stata ripresa troppe volte e ti hanno talmente spaventata che ora tu senza quelle paure non sai vivere. Sei abituata alle tue paure e non sai farne a meno! E disabituarsi a qualcosa è difficile ma non impossibile.

      Comincia a pensare che quelle paure, bloccando la tua irruenza e irresponsabilità infantile, ti hanno protetta dal fare azioni sconsiderate, azioni che ti avrebbero procurato l’ira tremenda di tuo padre o di tua madre…. Dunque tu ora sei ancora bloccata e incapace di agire (si vede che non hai ancora letto “Se vuoi sbloccarti lanciati!: è solo una battuta).

      Soltanto se cominci a considerare utili le tue paure e comprendi il dono che ti hanno dato -come ti definiresti ora caratterialmente, a parte le paure?- riesci anche ad accettarle e ad amarle (abbracciarle), il che è il primo passo per appropriarti dei tuoi lati oscuri rimossi tra cui campeggia la mancanza di coraggio. Per riappropriarti del coraggio e degli altri talenti rimossi devi imparare ad apprezzare le tue paure, devi capire che a suo tempo ti hanno protetta da un grosso pericolo. Ma se erano utilissime quand’eri bambina, ora non lo sono più, anzi sono un impiccio notevole perché bloccano la tua voglia di vivere, la tua creatività e i tuoi talenti e ti fanno essere fuori tempo, fuori dalla realtà. Il mondo esterno è cambiato profondamente mentre tu sei rimasta attaccata morbosamente alle tue paure, alle tue emozioni, alle tue sensazioni.

      Per farti capire l’importanza dei doni avuti dagli eventi negativi del nostro passato, voglio raccontarti qualcosa che mi riguarda. In “Se vuoi sbloccarti lanciati” parlo del mio sogno catartico del 20-05-1973 grazie al quale scoprii che per il mio inconscio, mio padre, al quale ero tanto affezionato – non c’è più – in realtà era un mostro. A causa di quell’episodio traumatico la fiducia in me stesso andò a farsi benedire e questo mi ha precluso la carriera nel Corpo Forestale dello Stato: ho visto tanti colleghi diventare capi pur essendo delle mezze cartucce rispetto a me (come preparazione) che però avevo il torto di essere timido, impacciato e insicuro.

      Proprio stamattina ho capito il grande dono di quell’episodio traumatico: se mio padre non fosse stato brutale con me dando calci furiosi contro la porta del bagno in cui mi ero rifugiato, gridando come un pazzo perché non avevo fatti i compiti (ero ripetente del secondo anno alla scuola media) e l’avevo mandato a quel paese, non sarei mai diventato un grande studioso; se mio padre avesse lasciato correre sarei diventato uno smidollato, sfaticato, arrogante e buono-annulla, ossia un…. fallito.

      Li ho capiti solo da poco i doni ricevuti dalla mia timidezza, nonostante avessi scritto capolavori come “In medio stat virtus”…. Ci ero andato molto vicino…. Questo pe dirti che le cose si afferrano (comprendono) solo un poco alla volta.

      Vedrai che anche tu farai progressi giganteschi: Silvia recupera la fiducia in te stessa, la tua sicurezza. Credi di più in te stessa, impara ad amarti! Innamorati di te stessa!

      1abbraccio

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  6. Pasquale,

    Che cosa faremmo senza i tuoi articoli illuminanti?

    Penso che le azioni pratiche non bastino da sole per essere felici, ma aiutino.

    Quanto all’attivitá fisica ed all’attivitá lavorativa che richiedono concentrazione, sono d’accordo con te che siano un ottimo deterrente contro le “seghe mentali”. A me capita il contrario, di rimuginare su pensieri negativi fino a convincermi di pensare qualcosa che razionalmente non penso e questo mi paralizza. Mentre la famosa sudata che tanto spesso predichi aiuta sicuramente a spezzare questo circolo vizioso ed a ridimesionare le preoccupazioni.

    Penso anche ad azioni pratiche quali semplicemente sorridere ai propri figli ed agli altri ed aiutare il prossimo come si puó. L’essere d’aiuto ad altri anche nei modi piú semplici ci fa sentire importanti e felici perché piú completi.

    Allo stesso tempo, l’attivitá non deve essere un modo di nascondere i propri problemi e non affrontarli, in un certo senso non aiutando se stessi. Come tu ribadisci spesso, tutti abbiamo bisogno di integrare i nostri opposti, accettare la nostra ombra ed integrarla con la luce. Questo ci porterá a capire la nostra missione nella vita ed anche ad aiutare piú efficacemente gli altri. Chissá che poi la missione non sia proprio di aiutare gli altri, come fai tu d’altronde!

    Con stima ed affetto,
    Federica

    Rispondi
    • Ciao Federica,
      sei troppo gentile, grazie. Hai detto tante cose esatte.

      Il rimuginare sui pensieri negativi ci deve far aprire gli occhi: come la febbre è una reazione dolorosa dell’organismo per guarire dalla malattia, così il nostro rimuginamento interiore è un modo doloroso per affrontare i problemi irrisolti. Il motivo di tutte le afflizioni -che a lungo andare sfociano nelle malattie- è sempre la rimozione di importanti parti del nostro io che anelano a venire alla luce e ad essere riconosciute e accettate: ecco la genesi dei pensieri negativi!

      E fino a quando non ci caleremo nella nostra infanzia, a partire dai primissimi ricordi, e integriamo come tu hai ben compreso i nostri lati oscuri sepolti nell’inconscio ridiventando completi, ossia accettando anche la nostra cattiveria e altre pulsioni che abbiamo scrupolosamente rimosse, esse si agiteranno all’interno confondendoci e ossessionandoci con pensieri assurdi e a volte anche con azioni sconsiderate.

      Il fatto è che ci sembra un’assurdità dover riconoscere che dentro di noi si agita la cattiveria dal momento che l’abbiamo scrupolosamente rimossa sposando la bontà ad oltranza. Ma quando un tratto dell’io viene rimosso, lo proiettiamo sugli altri e ce lo ritroviamo continuamente davanti accusando altre persone proprio di quei difetti che in realtà sono anche nostri o soltanto nostri, difetti che se non li avessimo non li sapremmo riconoscere negli altri e non ci darebbero fastidio. Quando qualcosa negli altri ci turba o ci dà fastidio si tratta sempre di un nostro lato oscuro rimosso.

      1abbraccio

      Rispondi
  7. Ciao Pasquale,

    credo sia proprio così, tutto risale ai primi anni di vita, i genitori spesso troppo protettivi verso i figli, e perchè forse nemmeno loro sanno come sia giusto comportarsi…

    Rispondi
  8. Pasquale lo sai che mi sono liberato di quella orrida schiavitù chiamata facebook?Ma…La cosa buffa è che proprio facebook senza motivo ha chiuso l’account.Purtroppo Internet si sta sostituendo ai rapporti umani e l’uomo vive troppo nel comfort e di conseguenza non usando più le sue potenzialità fisiche e mentali come gli uomini del passato è diventato sempre più debole.

    Leonardo Da Vinci ci ha dato una bella lezione.Ha dimostrato quello che è in grado di fare un uomo sviluppando simultaneamente la parte destra e sinistra del cervello.Il maestro coltivava il suo corpo e il Vasari lo descriveva come “un uomo talmente bello che la gente si fermava per strada solo per vederlo”.

    Era inoltre noto per la sua sicurezza di se e forza fisica.A 42 anni si era imparato il latino e coltivava i classici. Insomma seguiva il programma “long life learning” tanto raccomandato oggi^_^.

    Leonardo era un uomo moderno. Era gay?Era trasgressivo e sensibile allo stesso tempo?E anche se fosse? Sicuramente era uno che si dava da fare e sapeva il fatto suo.

    Di Leonardo ho colto i pregi e li ho applicati alla mia vita…E sono cambiato anni luce.

    Chi osserva i grandi diventerà grande a sua volta.O almeno per me è così.

    Ciao!

    Rispondi
    • Caro Romolo,
      è sempre buona cosa leggere le autobiografie e le biografie dei grandi uomini e ispirarsi a essi. Se ne ricavano, come nel tuo caso, grandi vantaggi. Ovviamente non bisognerebbe mai dimenticare che anche i grandi uomini come Leonardi da Vinci sono esseri umani, e quindi hanno pregi e difetti. Io di Leonardo prenderei soltanto i pregi….

      Per quanto riguarda invece Facebook, ritengo che non sia del tutto vero che Internet si sia sostituito ai rapporti umani perché con i miei vecchi amici continuo a incontrarmi dal vivo, mentre ho tante amicizie nuove e fan che ho conquistato pubblicando i mieie articoli su FB. Proprio su FB mi contatta tanta gente per consigli. Dunque comprendo il tuo giudizio, ma lo condivido solo in parte perché, come tutte le cose della vita, anche FB ha pregi e difetti.
      1abbraccio

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      • Ciao Pasquale,rimango sempre più stupita di quante persone hanno tutti lo stesso problema,e mi viene da pensare ma ai tempi dei nostri nonni e bisnonni come hanno fatto? un saluto elisa

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        • Hai perfettamente ragione Elisa. E il nostro problema principale è la paura, la capessa di tutte le emozioni negative, il killer n. 1 del successo e della felicità. Non a caso ho scritto un intero ebook su come controllare le paure dal titolo “Totomizza le tue paure”.

          1abbraccio

          Rispondi

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